Santa Devota in un paesaggio monegasco
Il 26 gennaio è la festa di Santa Dévote, la patrona del principato di Monaco e della famiglia del Principe. La santa, deceduta intorno al 303 d.C., è anche la patrona della Corsica. Ella fa parte di una trilogia di santi vissuti durante l’epoca tardo romana, nebbiosa e oscura, tra il IV-V secolo. Gli altri santi leggendari e iconici, e in parte mistici e storici, sono l’anglo-romano Palladio Patrizio, meglio conosciuto come San Patrizio d’Irlanda, e San Giorgio. Tutti e tre appartenevano a un’allora emergente classe dirigente della nobiltà cristiana romana contro la quale l’establishment greco-romano ancora dominante combatteva una battaglia persa.
Santa Devota, di cui esistono prove storiche della sua esistenza. Fu una classica reazionaria, vittima dell’establishment romano non cristiano. Le persecuzioni finirono quando l’Editto di Milano dell’imperatore Costantino nel 313 intervenne in favore dei cristiani e della loro fede, riconoscendola come religione imperiale ufficiale. Allo stesso modo, San Giorgio appartiene a quel periodo di transizione che va dalle fedi di base ellenistica al cristianesimo e che, nel 303, ha sofferto una fede simile come martire[1]. A differenza degli altri due santi, San Giorgio, tuttavia, ha goduto di una fama duratura per quasi due millenni. Egli è rimasto una figura permanente nell’iconografia dell’arte occidentale, dal paleocristiano fino al capolavoro di Raffaello del 1506 circa, San Giorgio e il drago[2].
San Giorgio diventò il patrono d’Inghilterra nell’XI secolo. Con il suo distintivo stendardo: una croce rossa su sfondo bianco che fa parte della bandiera inglese. Oltre ai suoi numerosi altri riconoscimenti, divenne altresì il patrono della Repubblica di Genova e della Liguria. All’incirca lo stesso periodo, il cristianesimo ha messo piede in Irlanda quando gli alti re e l’aristocrazia irlandese, attraverso l’energico proselitismo di San Patrizio e dei suoi seguaci. Abbandonavano la vecchia fede druidica per le influenze più alla moda provenienti da Roma.
Sono poche le immagini superstiti di Saint Dévote a Monaco risalenti al periodo rinascimentale. Fanno eccezione la pala d’altare di San Dévote e un dipinto della santa risalente al XVIII secolo situato nella cappella del Palazzo Reale. I dipinti della santa potrebbero essere scomparsi nel corso del tempo, in particolare durante il regno del principe Luigi I, quando, verso la fine del 1600, le incerte circostanze economiche lo costrinsero a liquidare l’importante collezione d’arte costruita da suo nonno Onorato II. Le condizioni d’instabilità, esistenti durante la rivoluzione francese, hanno inoltre accelerato lo smembramento di gran parte della collezione Grimaldi.
Lo stile leggermente franco-fiammingo dell’opera d’arte mostra, inoltre, alcune influenze catalane. È stata anch’essa attribuita alla scuola ligure. Potrebbe essere stata creata da un seguace di Louis Bréa che lavorava nella regione di Monaco nel 1500. | Scultura tardo barocco della Santa, eseguita di marmo di Carrara. Lo stile è simile a quello della scultura italiana di Gian Lorenzo Bernini, attiva fino al 1680. La santa regge con la mano destra il palmo di un martire e, con la sinistra, sostiene uno scudo sul quale è visibile lo stemma della famiglia Grimaldi. Dietro l’altare maggiore della Chapelle de la Misérricorde, nel centro storico di Monaco. |
Saint Dévote in un paesaggio Monegasque, un dipinto al quale l’artista ha lavorato dal 2010 al gennaio 2012, è probabilmente la prima tela importante realizzata nel Principato di Monaco negli ultimi 350 anni, dove il soggetto principale è Saint Dévote. Il quadro mostra la santa, le mura della città e il relitto della barca con cui le sue reliquie hanno raggiunto il principato, il tutto è incorniciato in un immenso panorama. Il paesaggio all’interno del quale la santa è incorniciata e che mostra la Città-stato da diversi punti di vista si basa sull’accumulo di decenni di dipinti e disegni dell’artista che mostrano le bellezze naturali di Monaco, tutte finalmente raccolte in un’unica grande tela uniforme.
La massiccia parete rocciosa, la Tête de Chien, forma un fondale scenografico che sovrasta e domina le mura medievali fortificate del principato. L’artista ha dipinto altre parti del panorama visto dal Jardin Exotique. Disegni e acquerelli in seppia, sono stati realizzati da un punto di vista che si affaccia sulla Plage des Pecheurs.
Come si vede nel dipinto, la barca di S. Dévote si trova sulla costa monegasca. La barca è circondata da pescatori, uno dei quali punta in direzione della santa, raffigurata a destra della composizione. È in piedi sotto le mura della città, tiene in braccio la palma di una martire e indossa una corona di garofani rossi e bianchi, il fiore nazionale di Monaco. Sopra il suo capo aleggia una colomba bianca che dirige la barca, quest’ultima trasporta i resti della santa conducendoli sani e salvi sulle rive di Monaco. La colomba fa parte dell’iconografia consolidata presente nei dipinti della santa.
L’artista ha creato altri acquerelli e disegni che insieme fanno parte della composizione finale. Vedute che Matthew ha dipinto dal suo studio. Descrivono le alture dotate di terrazza che circondano il principato e che scendono verso il Mediterraneo, le cime delle colline sono coperte da nuvole passeggere, nebbie mattutine e dal profilo di Cap Martin. Nella tela finale tutto si fonde in un unico grande panorama. L’artista ha creato l’opera d’arte utilizzando come tema Sainte Dévote, posta al centro di un paesaggio monegasco. Il tutto descrive il rapporto della santa stessa con il principato. Le bellezze naturali di Monaco sono incastonate nella pallida cornice opalina del Mediterraneo. Il tema principale del dipinto, una figura in un paesaggio, trae le sue origini dai quadri del Rinascimento europeo, da “La Tempesta” di Giorgione fino ad arrivare al suo apogeo nei Paesaggi del pittore barocco francese del XVII secolo Nicolas Poussin.
Sinistra: Sainte Dévote in un paesaggio monegasco. 180 x 151 cm. Olio e altri media su tela di lino irlandese. A destra: dettaglio: il peschereccio abbandonato che ha trasporta le reliquie della santa.
Il mare turbolento si scioglie sullo sfondo carico di nubi e ponendo lo sguardo, in alto a sinistra, vediamo il profilo della città medievale di collina, Roquebrune che emergendo dalle nuvole si affaccia su Cap Martin.
Si ripete in basso, con la sua presenza minacciosa, la Tête de Chien, un promontorio che domina la scena. Una penisola caratteristica, un tempo fortezza strategica a difesa di Monaco. La roccia non è dissimile dalle scogliere dell’Aventino di Roma che si vedono nel quadro dell’artista francese del Rinascimento Poussin, Paesaggio con Ercole e Caco, che si trova alla Museo Statale Pushkin di Belle Arti a Mosca.
Le onde battono contro il bastione fortificato di Fort Anthony, svelano il santo, vestito di rosso, circondato dalle mura monumentali della città vecchia. Dal promontorio roccioso emerge la silhouette ocra e rossa della vecchia Monaco, e sullo sfondo, al centro, il Museo Oceanografico, costruito sulla parete rocciosa del principato e fiancheggiato da pini e macchia mediterranea.
Il dettaglio sopra riportato mostra il peschereccio che ha portato Saint Dévote sulle rive di Monaco. L’artista mostra la barca incagliata sulla spiaggia. Corde incrostate di alghe fissano la barca alla costa rocciosa, le sue antiche travi esposte alle intemperie. Le travi rimanenti sono gradualmente strappate dalle onde continue che battono contro gli scogli i quali sporgono dalla Plage des Pêcheurs.
Nel Medioevo, ma soprattutto durante il X-XII secolo, le reliquie dei santi, ad esempio: la Sindone di Torino o la Sacra Sindone, di cui i primi timidi riferimenti compaiono nel Codice di Preghiera intorno al 1192-1195, cominciano ad acquisire grande importanza. Nelle convinzioni della gente essi possedevano poteri miracolosi e curativi. Le reliquie erano un’importante fonte economica per qualsiasi comunità abbastanza fortunata da possederne una. Una reliquia di rilievo, infatti, attirava visitatori da tutta Europa. Un frammento sacro ha dato impulso a quella che oggi si potrebbe chiamare l’industria dell’ospitalità.
La leggenda narra che le reliquie della santa furono oggetto di un tentativo di furto, al termine del quale i ladri fuggirono in barca, e di un inseguimento in mare, conclusosi con successo, dei pescatori determinati a catturare la barca , recuperare le reliquie, e poi bruciare l’imbarcazione dei malviventi.
Nel 1924, durante il regno del Principe Luigi II, fu fondato il Club di calcio di Monaco. Contemporaneamente inizia la tradizione di bruciare un peschereccio in memoria della leggenda di Saint Dévote. La cerimonia si svolge ogni anno, la sera del 26 gennaio, in Place Sainte Dévote che si affaccia sull’omonima chiesa che ospita le reliquie del santo. Nel XVI secolo le reliquie di San Dévote erano richieste per proteggere il principato di Monaco, come difesa contro i genovesi e i pisani durante la loro espansione territoriale
Nel gennaio 2012, “Sainte Dévote in un paesaggio monegasco” è stato collocato nella chiesa di Saint Dévote durante la supervisione del Principe Alberto II di Monaco alla cerimonia dell’incendio della barca. Il quadro rimase nella chiesa per un certo tempo, in modo che tutti potessero osservarlo.
Pittore francese del XVII secolo. Riflette lo stile pittorico della Scuola di Fontainebleau, “Saint Dévote prega in un interno con vista sul mare e sul cielo”. Il leggio che si trova a sinistra, sostiene lo stemma dei Grimaldi. In alto a destra una colomba regge una palma da martire e una corona di fiori bianchi e rossi. Coll. Du Palais de Monaco/Foto Archives du Palais de Monaco-G. Luci
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NOTE: [1] Soldato romano del III secolo proveniente dalla Siria Palæstina, una provincia formata dalla fusione di parti della Siria e della Giudea dal 135 al 390 d.C. sotto un governo romano centralizzato.
[2] Raphael Sanzio 1483 – 1520 San Giorgio e il Drago, 1506 ca. olio su tavola: 8,5 x 21,5 cm. Collezione Andrew W. Mellon del 1937. Washington D.C. National Gallery.
[3] Dietro l’altare della Chapelle de la Misérricorde nel centro storico di Monaco, un dipinto attribuito a Jean Baptiste Vento, 1619-1691, “La liberazione delle anime dal Purgatorio”, contiene la Madonna che intercede presso Dio Padre, circondata da alcuni santi tra cui, a quanto pare, San Dévote. La tela è di difficile accesso e al buio. Questo rende arduo identificare la santa.
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